L’assistenza domiciliare in Campania

La Regione Campania, dal punto di vista sanitario, è suddivisa in 13 Aziende Sanitarie Locali (ASL), 8 Aziende Ospedaliere, 2 Aziende Policlinico (Università Federico II e Seconda Università di Napoli).

Le altre struttura ospedaliere sono amministrate dalle competenti ASL. Alcune di queste hanno una densità abitativa molto alta, come l’ASL Napoli 1 che comprende tutto il Comune di Napoli ( circa 1.200.000 ab) o l’ASL Napoli 5 costituita da circa 750.000 ab. e suddivisa in 27 Comuni.

Ogni singola ASL è sua volta suddivisa in distretti sanitari.

Sul territorio in cui si estende il distretto sanitario ricade. È quasi sempre una o più strutture poliambulatoriali, dove operano più specialisti in diverse branche. La distribuzione capillare di tali strutture su tutto il territorio della regione rende abbastanza semplice per un cliente richiedere una visita specialistica, ed ottenerla in tempi ragionevolmente brevi, almeno per le branche principali (es. chirurgia, cardiologia, neurologia, ortopedia, dermatologia ecc). La cultura dell’accesso a domicilio del paziente, da parte del medico specialista, è molto diffusa e radicata.

In questi ultimi anni, di fronte ad un aumento dell’aspettativa di vita, si è andata sempre più diffondendo anche la richiesta di assistenza domiciliare, per la cura del paziente allettato o non autosufficiente.

A questa forte domanda, in continua crescita, le ASL attualmente rispondono attraverso le Unità Operative Assistenza Anziani (UOAA) distrettuali.

La risposta consiste, in molti casi, nell’erogare presidi, ad es.: garze, cateteri, medicazioni avanzate ecc., in quantità superiore a quelli previsti dal nomenclatore ufficiale. Una sorta di aiuto economico indiretto. Inoltre, in molti distretti sanitari, ma non in tutti e soprattutto con modalità differenti (non vi è la condivisione di protocolli di trattamento), si sono attivati servizi per il trattamento domiciliare delle lesioni da decubito e per la gestione dei problemi legati all’incontinenza (sicuramente i principali motivi di richiesta per l’assistenza domiciliare). Tutto questo con una limitazione. Il cliente può accedere a questi servizi se ha un’età maggiore di 65 anni.

Mentre i clienti con età inferiore ai 65 anni, possono rivolgersi ai servizi di Assistenza Domiciliare Ospedaliera (ADO), che non sono stati attivati in tutte le ASL in maniera efficace. Nella quasi totalità dei casi, dove sono stati realizzati, questi servizi sono centralizzati. Questo vuol dire che non esistono teams distrettuali. Opera un unico Team che agisce su tutto il territorio dell’ASL e sostanzialmente, svolge gli stessi compiti delle UOAA distrettuali.

Il problema maggiore che le Azienda Sanitarie si trovano ad affrontare è l’impossibilità di avere operatori dedicati, per la cronica carenza di personale, soprattutto infermieristico. Questo è un grave problema che finisce per limitare la quantità dell’assistenza (incremento delle liste di attesa).

La carenza di personale non può essere considerata l’unica responsabile della mancanza di risposte adeguate.

Infatti alcune ASL (ASL Napoli 2, ASL Salerno 3, ASL Avellino1) per rispondere alla continua richiesta di assistenza domiciliare e per risolvere i problemi legati alla carenza di personale, hanno appaltato questi servizi a società esterne, specializzate in questo tipo di assistenza. Di fatto questa scelta, non ha prodotto un aumento del livello qualitativo dell’assistenza. Perché, un altro problema, è la mancanza di attrezzature sanitarie adeguate che limitano la qualità dell’assistenza.
Non si riesce, allo stato delle cose, ad erogare servizi più complessi, come l’assistenza domiciliare per la nutrizione clinica.

Discorso diverso per quanto riguarda il settore delle Cure Palliative e la Terapia del Dolore. La Regione Campania con l’approvazione del DGR n. 4408 del 26 Settembre 2003, ha indicato le linee guida per “L’attivazione delle rete integrata di assistenza ai malati terminali tra gli hospice, i Servizi e le strutture esistenti sul territorio preposti alle cure palliative”. Al momento la situazione è in continua evoluzione, perché non tutte le ASL hanno provveduto, ad attivare servizi territoriali e domiciliari per le Cure Palliative e la Terapia del Dolore che possono rispondere a criteri di efficace ed efficienza.
La realtà che si è determinata è disomogenea e di forte squilibrio all’interno della regione.

La Regione Campania ha deciso di apportare i necessari correttivi. Con il D.G.R. n.2106/2004 e il successivo Decreto Dirigenziale n. 175/2004, ha invitato tutte le ASL a provvedere alla stesura di progetti, che dovranno essere successivamente sottoposti alla approvazione della Giunta Regionale, per la loro approvazione.

I progetti dovranno avere come oggetto l’assistenza territoriale e domiciliare per le fasce deboli della popolazione. In maniera esplicita si chiede che vengano inviati (data ultima il 30.06.2005) progetti nei seguenti settori:

  1. Costituzione di una rete territoriale di nutrizione clinica.
  2. Costituzione di una rete territoriale competente per la cura delle lesioni da decubito e ulcere di varia natura.
  3. Potenziamento degli interventi terapeutici domiciliari per i cittadini non anziani affetti da patologie croniche.
  4. Organizzazione di una rete assistenziale per i disturbi comportamentali degli anziani.
  5. Realizzazione di progetti sperimentali di cura e presa in carico per i cittadini affetti da demenza (Centri Diurni).
  6. Sviluppo e potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata in collaborazione con i Comuni (ADI).
  7. Implementazione di cabine di regia aziendali per le cura domiciliari.

Tutti i progetti devono possedere i seguenti requisiti:

  • Concretezza e misurabilià degli obiettivi;
  • Indicatori di verifica e di risultato;
  • Trasferibilità delle esperienza;
  • Individuazione delle responsabilità;
  • Eventuale cofinanziamento e indicazione delle risorse economiche proprie già destinate alle cure domiciliari.

La realizzazione di questi progetti assume un’importanza strategica se si considera che la Regione Campania si è dotata di una legge, la 328/2000, per un sistema territoriale di servizi socio-sanitari integrati.
Ha individuato, con la delibera n. 1824 del 4.05.2001, 42 ambiti territoriali, nei quali sono inseriti tutti i 551 Comuni, rispettando l’attuale suddivisione dei distretti sanitari, e con la delibera n. 1826 del 4.05.2001 ha indicato le “linee di programmazione regionale per un sistema integrato di interventi e servizi sociali” .

Si cerca i questo modo di realizzare, nel campo dell’assistenza alla fasce deboli, una maggiore omogeneità di intervento, con l’obiettivo finale di riuscire ad costruire una vera rete che copra l’intera Regione.
Inoltre, per completare questo disegno, la Regione Campania, ha approvato la Legge Regionale n. 8 del 22 Aprile 2003, per quanto riguarda “Realizzazione, organizzazione, funzionamento, delle residenze sanitarie assistenziali pubbliche e private” e la Delibera n. 2006 del 5 Novembre 2004 ”Linee guida sull’Assistenza residenziale, semiresidenziale per anziani, disabili e cittadini affetti da demenza”.

La realizzazione dei progetti, la loro integrazione con servizi sociali dei Comuni e con le struttura residenziali e semi residenziali assistenziali, è un momento decisivo per cercare di recuperare i forti ritardi che si sono accumulati, in questo campo negli ultimi anni.

Sicuramente è una grande occasione e una grande scommessa. La speranza è quella di vedere impegnati in maniera convinta tutti gli attori di questi progetti, dalle istituzioni, al personale sanitario ai cittadini, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati in tempi brevi.

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