EWMA Pisa 2003
Hugo Partsch Wilhelminen Hospital Baumeisterg. 85 A-11610 Vienna Austria
Lo scopo di questa presentazione è di far capire gli effetti fisiologici della compressione per
ottimizzare gli effetti terapeutici di chi la utilizza.
Meccanismo d’azione: dipende dal grado di pressione esercitata e le strutture comprimibili
sono:
- Cute edematosa e lipodermatosclerotica
- Vene, venule e capillari
- Linfatici
- Arterie
Gli effetti meccanici sono in rapporto a molte reazioni biochimiche presenti a livello dei vari tipi cellulari come le cellule endoteliali e leucociti che controllano l’equilibrio tra aggregazione e non aggregazione ed infiammazione e non infiammazione. Effetti della compressione su edema e lipodermatosclerosi:
la compressione influenza i processi di filtrazione aumentando la pressione tissutale e facilita il riassorbimento.
Quando l’edema è stato riassorbito, la terapia di mantenimento ela-stocompressiva è necessaria per la prevenzione dell’edema. Le aree lipodermatosclerotiche in cui la perfusione cutanea può essere ridotta, dovuta alla tensione per l’alta pressione tessutale, possono essere ridotte da una buona compressione.
Effetti della compressione sul carico venoso e velocità di flusso
La compressione delle vene si associa ad una riduzione di volume locale ematico accompagnato ad una inversione centrale del circolo. Questo può condurre ad un aumento del precarico cardiaco. L’accelerazione del flusso venoso è uno scopo importante della compressione soprattutto in relazione al movimento e gioca un ruolo chiave nella prevenzione di eventi tromboem-bolici in pazienti allettati.
Effetti della compressione sulla pompa venosa
La compressione delle vene insufficienti comporta un aumento del flusso ortogrado ed una riduzione di reflussi patologici. Questo comporta un miglioramento della funzione di pompa. Usando un bendaggio a 50mmHg sugli arti inferiori l’ipertensione venosa può essere ridotta.
Effetti della compressione sul linfatico
I pazienti con insufficienza venosa profonda una buona compressione ed esercizi fisici possono migliorare la il diminuito drenaggio subfasciale dei vasi linfatici mentre il drenaggio prefasciale sarà ridotto per la diminuita filtrazione. In pazienti con linfedema il drenaggio linfatico è ridotto. La riduzione dell’edema con la compressione si può spiegare più con la diminuzione di fluidi linfatici nei tessuti che con un miglioramento del drenaggio linfatico. Una compressione è necessaria per prevenire l’edema.
Effetti della compressione sul circolo arterioso
una compressione non deve mai ostacolare il flusso arterioso. In arti già con ostruzioni arteriose l’edema può contribuire ad impedire la nutrizione dei tessuti. La riduzione dell’edema con una cauta compressione può favorire il flusso arterioso. Usando presidi a compressione pneumatica intermittente, con un ritmo presso rio di 30-80mmHg intervallato da periodi senza pressione possiamo aumentare il flusso arterioso anche in pazienti con ostruzioni arteriose.
Un effetto simile lo possiamo ottenere con bendaggio anelastico, applicato a bassa pressione, che esercita picchi intermittenti pressori durante la deambulazione simili ad leggero massaggio. Comunque un esame Doppler deve essere eseguito sempre prima di applicare qualsiasi tipo di bendaggio.
Effetti della compressione sul microcircolo
La compressione accelera il flusso ematico del microcircolo, favorisce il distacco di piastrine dall’endotelio e previene l’adesione. La filtrazione capillare è ridotta ed il riassorbimento è aumentato dovuto all’aumentata pressione tessutale. Gli effetti sui mediatori coinvolti in risposte infiammatorie locali può spiegare sia la diminuzione del dolore dovuto all’elastocompressione che la guarigione dell’ulcera.