Gli innesti Autologhi
F.Campitiello
Seconda Università degli Studi di Napoli
Unità Operativa di Chirurgia Generale e Geriatrica
(Dir. Prof. S.Canonico)
Sezione per lo studio delle Ulcere Cutanee
(Resp. Dott. F.Campitiello)
Gli innesti sono trapianti di uno o più tessuti che abbiano perso ogni connessione con l’area donatrice.
La sede del trapianto viene definita area ricevente.
Una semplice classificazione permette di distinguere gli innesti in base a:
- Struttura antigenica
- Sede
- Composizione
Circa la struttura antigenica del donatore e del ricevente possiamo distinguere:
- Autoinnesti: donatore e ricevente sono lo stesso individuo;
- Omoinnesti: il donatore ed il ricevente sono diversi ma appartengono alla stessa specie. Se hanno stessa struttura antigenica (gemelli monoclonali, ceppi “inbred”) si denomineranno “isoinnesti”. Se hanno diversa struttura antigenica verranno definiti “alloinnesti”.
- Etero o Xenoinnesti: donatore e ricevente appartengono a specie diverse.
Circa la sede possiamo distinguere:
- Innesti isotopici: trapianti di tessuto con le stesse caratteristiche di quello della sede ricevente;
- Innesti eterotopici: trapianti di tessuto con caratteristiche diverse da quelle dell’area ricevente.
Circa la composizione istologica possiamo distinguere:
- Innesti semplici: formati da un solo tessuto
- Innesti composti: formati da più tessuti insieme
Nella pratica clinica, sia per le molteplici applicazioni che per la rapidità di esecuzione, gli innesti cutanei trovano larga indicazione. Quelli maggiormente usati sono gli autoinnesti che adeguatamente allestiti ed applicati non comportano alcun problema. Gli omo ed eteroinnesti, in passato largamente impiegati come coperture temporanee, sono caratterizzati da forte immunogenicità e comportano enormi problemi di compatibilità. Essi trovavano indicazione prevalentemente nei grandi ustionati come medicazione biologica.
Gli innesti cutanei autologhi vengono classicamente distinti in:
- Innesti cutanei a spessore parziale;
- Innesti cutanei a tutto spessore.
Gli innesti a spessore parziale sono largamente impiegati per la copertura di ampie perdite di sostanza dovute a traumi, ustioni o all’asportazione di neoplasie. Essi sono costituiti da epidermide e da derma di differente spessore.
Secondo lo spessore del derma prelevato si possono distinguere innesti a spessore parziale sottili, medi e spessi. Il prelievo viene effettuato mediante particolari strumenti regolabili denominati dermotomi che consentono di prelevare innesti dello spessore desiderato.
Negli innesti a spessore parziale la rivascolarizzazione è più rapida rispetto a quelli a spessore totale, mentre i fenomeni di retrazione e iper-ipopigmentazione sono più evidenti.
L’area di donazione di un innesto a spessore parziale guarisce per riepitelizzazione spontanea dai residui epiteliali degli annessi cutanei per lo più con esiti trascurabili. Poiché la quantità di residui epiteliali annessiali è tanto maggiore quanto più sottile è l’innesto, l’area di donazione di un innesto sottile guarisce rapidamente entro 7-9 giorni.
Per gli innesti a spessore intermedio la guarigione avviene entro 10-14 giorni. Per quelli spessi la riepitelizzazione può essere completa anche dopo tre settimane.
La superficie degli innesti cutanei può essere espansa mediante uno strumento denominato mesher: al passaggio dell’innesto attraverso i rulli dell’apparecchio, vengono create una serie di incisioni regolari a tutto spessore tali da trasformare la lamina di tessuto in una rete (innesto a rete).
Le dimensioni delle maglie, e quindi il rapporto di espansione, possono essere prestabilite (1:1.5, 1:2, 1:4, etc.) in base alle esigenze chirurgiche. L’innesto a rete permette la copertura di ampi difetti cutanei con limitate quantità di tessuto; favorisce il drenaggio di raccolte sierose o ematiche, prevenendo la formazione al di sotto dell’innesto di ematomi o sieromi.
In conclusione possiamo affermare che i vantaggi degli innesti a spessore parziale sono:
- Possibilità di ampi prelievi;
- Guarigione spontanea dell’area donatrice;
- Attecchimento rapido e sicuro;
Svantaggi possono essere considerati:
- Aspetto estetico poco soddisfacente;
- Copertura dei piani profondi meno resistente;
- Tendenza alla retrazione;
- Iper-ipopigmentazione.
Si definisce innesto a tutto spessore un trapianto che comprende la totalità della cute, cioè epidermide e derma in toto. Il prelievo comunemente viene effettuato manualmente con il bisturi; eventuali residui di adipe sottocutaneo devono essere accuratamente rimossi in modo da non ostacolare la rivascolarizzazione del trapianto.
A causa dello spessore tale innesto è più lentamente rivascolarizzato rispetto ad uno a spessore parziale. D’altra parte è proprio lo spessore che permette una copertura più resistente dei piani profondi, una tendenza minore alla retrazione ed alla pigmentazione. L’area di prelievo dell’innesto andrà sempre chiusa, come una qualsiasi perdita di sostanza cutanea, per accostamento dei margini. Per tale motivo gli innesti a tutto spessore devono essere prelevati da aree in cui sia presente una cute lassa e facilmente estensibile da permettere un’agevole chiusura non in tensione con un’accettabile esito cicatriziale. Tali aree, permettono prelievi di limitate quantità di cute. .
Gli innesti a tutto spessore sono indicati nella copertura di difetti cutanei di dimensioni piccole o medie, caratterizzati da un fondo normovascolarizzato e non infetto.
In conclusione possiamo affermare che i vantaggi degli innesti a tutto spessore sono: aspetto estetico generalmente migliore rispetto agli innesti a spessore parziale.
- Migliore copertura dei piani profondi;
- Minore tendenza alla retrazione;
- Minore tendenza alla iper-ipopigmentazione.
Gli svantaggi sono:
- Attecchimento più lento e delicato;
- Disponibilità limitata di tessuto.