STUDIO DI PREVALENZA IN TRE AZIENDE USL DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA – Anno 2001-2002 (ITALIA)- EWMA Pisa 2003
Maria Luisa Moro, Maria Mongardi -Agenzia Sanitaria Regionale (Regione Emilia Romagna)
Obiettivo
Stimare la prevalenza delle infezioni e L.D.D. nelle strutture di assistenza per anziani.
Metodi
L’indagine è stata condotta su un campione di Residenze Sanitarie Assistite (RSA, 15 per un totale di 329 anziani) e di Case Protette (CP, 34 per un totale di 1597 anziani) di tré Aziende Sanitarie della regione. Sono stati rilevati dati specifici per ciascun anziano e struttura. Gli anziani portatori di una L.D.D., identificati la sera precedente dagli infermieri e dagli ADB (assistenza di base), sono stati visitati il giorno dello studio dal coordinatore del progetto che ha effettuato la stadiazione della lesione/i.
Risultati
Si è evidenziata una notevole variabilità tra le Aziende studiate nelle caratteristiche delle strutture, della popolazione ricoverata e del profilo assistenziale. Su 1926 anziani studiati, 318(16,5%) presentavano una o L.D.D., per un totale di 477 lesioni (1,31 lesioni per anziano). E’ stato possibile recuperare la data di insorgenza della prima lesione soltanto in 76 anziani (23,9%). Nelle R.S.A. la prevalenza era pari a 28,3/100 ospiti; nelle CP la prevalenza pesata era pari a 13,7/100 nelle tre Aziende.
Gli ospiti più a rischio di presentare lesioni da decubito erano gli anziani con disabilità (punteggio ADL >4), con un basso punteggio nella scala di Braden, con nefropatia, sottoposti a procedure invasive (catetere vescicale, procedure invasive parenterali), portatori di un presidio posturale diverso dalle sponde del letto, ricoverati in ospedale nei 6 mesi precedenti.
La proporzione di anziani con un punteggio Braden <=16, ad alto rischio di L.D.D., dotati di presidi antidecubito alimentati, era più elevata nelle R.S.A. (74%) rispetto alle C.P. (45,5%) e variava nelle tre Aziende; solo la metà delle strutture aveva predisposto, protocolli assistenziali per L.D.D.
Conclusioni
La prevalenza di L.D.D. rilevata è comparabile rispetto a quanto riportato da altri studi nazionali ed internazionali, ma lo studio ha messo in evidenza spazi di miglioramento nell’identificazione dei pazienti a rischio e nell’adozione di pratiche assistenziali efficaci a prevenire l’insorgenza e la progressione di L.D.D. L’indagine verrà estesa a livello regionale e verrà attivato nelle tré Aziende un programma mirato alla prevenzione e trattamento delle L.D.D.