L’esame clinico del piede nel diabetico è un atto indispensabile sia per la prevenzione che per la cura delle lesioni ulcerative. Di grande utilità è la possibilità di completare l’ esame clinico con la fotografia dell’ appoggio plantare.
L’esame podografico deve essere sempre effettuato quando l’esame clinico evidenzia un piade a rischio di lesioni ulcerative.
Questo può essere realizzato attraverso un podografo o con un telepodometro.
Podografo
- Immagazzina immagini tramite calchi su carta carbone
- Non esiste possibilità di archiviare su sopporto informatico
- Impossibile la verifica dell’ evoluzione clinico-terapeutico funzionale.
Telepodometro
- Visualizzazione per mezzo della tecnica dei falsi colori delle diverse pressioni plantari
- Archiviazione delle visite su supporto informatico e relative immagini.
- Verifica dell’ evoluzione clinico-terapeutico funzionale.
Attraverso una corretta analisi dell’appoggio plantare è possibile, successivamente, istituire una terapia ortesica per la prevenzione e anche per il trattamento delle lesione del piede diabetico nelle loro fasi iniziali.
Terapia ortesica
Terapia ortesica nella prevenzione primaria
Nella prevenzione primaria è consigliabile fare adoperare del paziente
PLANTARI E SCARPE PROTETTIVE
A chi vanno consigliati?
A TUTTI I PAZIENTI CHE PRESENTANO PERDITA DELLA SENSIBILITA’ E/O CON DEFORMITA’ DEL PIEDE
Quali presidi devono essere consigliati?
SCARPE TERMODEFORMABILI O AUTO-MODELLANTI CON PLANTARE PERSONALIZZATO
Perché questi presidi devono essere adoperati?
I PAZIENTI CHE PRESENTANO DEFORMITA DELLE DITA (dita ad artiglio) E/O ZONE DI IPERCARICO, POSSONO SVILUPPARE DELLE LESIONI ULCERATIVE SIA PER SFREGAMENTO SIA PER LA FORAMZIONE DI EMATOMI NELLA AREE SOTTOPOSTE AD IPERCARICO.
Terapia ortesica nella prevenzione secondaria
Nella prevenzione secondaria è consigliabile fare adoperare del paziente
SCARPE CURATIVE
A chi vanno consigliati?
A TUTTI I PAZIENTI CON PREGRESSE ULCERE O AMPUTAZIONI MINORI
Quali presidi devono essere consigliati?
SCARPE ( su misura) CON SUOLA RIGIDA E ORTESI PLANTARE PER OTTIMIZZARE LO SCARICO DELLE PRESSIONI.
Perché questi presidi devono essere adoperati?
NELLE ZONE DI PREGRESSE ULCERE I TESSUTI SONO MOLTO PIU’ VULNERABILI PER LA RIDATTA ELESTICITA DEL TESSUTO CICATRIZIALE.
Ulcera neuropatica: la terapia
La terapia di un’ulcera neuropatica, che per la sua localizzazione si può anche definire come ulcera plantare, prevede non soltanto il trattamento della lesione, ma anche e soprattutto che sia eliminata la causa che l’ha prodotta. In altre parole che venga eliminata l’iperpressione.
La cura dell’ulcera neuropatica plantare si fonda su tre momenti:
- LA TERAPIA LOCALE DELLA LESIONE;
- LA TERAPIA ANTISETTICA E/O ANTIBIOTICA;
- LO SCARICO DELLA LESIONE ULCERATIVA.
La terapia locale della lesione
Il debridement dell’ulcera consiste nell’eliminare i tessuti non vitali fino a giungere su tessuti ben sanguinanti. La rimozione del tessuto non vitale determina sovente un aumento fisico della lesione che in molti casi è mal sopportato dal paziente. Comunque resta un atto fondamentale. Perché se non si eliminano le zone ipercherastosiche la lesione non raggiungerà mai la guarigione.
Al debridement seguirà la medicazione, preferendo l’utilizzo di MEDICAZIONI ATTIVE.
La terapia antisettica e/o antibiotica
L’aumento fisico della lesione e l’esposizione di tessuto vitale sanguinante aumenta il rischio di infezioni. Risulta fondamentale che venga immediatamente instaurata una terapia antibiotica di profilassi. Questa può essere realizzata attraverso l’uso di antibiotici per via orale (ad es.: lomefloxacina) e di antisettici per uso topico e l’utilizzo di medicazioni attive contenenti argento.
Nel caso di infezioni conclamate si sospenderà l’utilizzo di medicazioni attive, preferendo prodotti come la Codexomero Iodico. Si effettuerà un esame culturale della lesione con ANTIBIOGRAMMA + MIC ( concentrazione minima inibente) per stabilire una terapia antibiotica parenterale specifica.
Lo scarico della lesione
Momento indispensabile per la terapia dell’ulcera neuropatica è lo scarico della lesione.
Sicuramente questo obiettivo può essere facilmente raggiunto posizionando il paziente a letto. Tale terapia non è assolutamente percorribile, in quando limiterebbe completamente il paziente nello svolgimento delle sue attività per periodo abbastanza lungo.
Il GOLD STANDARD della terapia è il confezionamento di un gambaletto che consenta di scaricare completamente la zona di iperpressione ed al tempo stesso permette al paziente di svolgere le sue normali attività. Tale terapia ha avuto solo in questi ultimi anni un nuovo impulso con l’utilizzo di nuovi materiali ( vetroresina) in sostituzione delle tradizionali bende gessate, riducendo in maniera drastica le lesione iatrogene che gli stivaletti in gesso provocavano.
In alternativa è possibile adoperare i TOTAL CONTACT CASTING preconfezionati per lo scarico della lesione plantare. Nei pazienti con difficoltà deambulatorie può essere adoperata una scarpa preformata, con un plantare “SCAVATO” in corrispondenza della lesione ulcerativa.